Accessorio di uso comune, la cerniera lampo ha rivoluzionato il settore della moda e del tessile in generale. Ma quando nasce e ad opera di chi?
Invisibile o a vista, applicata su scarpe, abiti e borse, la cerniera lampo ha cambiato i canoni della moda e del retail. La sua storia è affascinante.
Come nasce la cerniera lampo: l’invenzione che migliorò il mondo
La cerniera lampo o, più semplicemente zip, fa ormai parte della nostra quotidianità. Applicata su borse, stivali (di tipo cuissardes, Chelsea, biker o texani), abiti, portafogli o custodie per il PC, con un semplice gesto consente di aprire e chiudere rapidamente qualsiasi cosa, sostituendo in maniera egregia lacci e bottoni. Ma ciò che oggi ci sembra la normalità, ha in realtà alle spalle decenni di storia, costellata anche da qualche insuccesso. Il primo rudimentale esemplare fu proposto da Elias Howe nel 1851 con il nome di “chiusura automatica continua per abiti”, lo stesso che inventò la macchina da cucire. L’idea era geniale, composta da ganci applicati ad un lembo di stoffa, ma non ebbe grande successo, anzi fu un vero e proprio flop in quanto oltre alla difficoltà di utilizzo, il dispositivo non assicurava la massima efficienza, cedendo e creando non poco imbarazzo. Diversi decenni più tardi, l’invenzione venne ripresa e perfezionata dall’ingegnere svedese Gideon Sundbäck (1913) che ritenne utile fissare la cerniera su due nastri di stoffa, in modo tale da poter semplificare l’applicazione sui tessuti. L’accessorio così pensato venne brevettato qualche anno più tardi, nel 1917, con il nome di fermo separabile e a differenza del modello precedente riscosse un enorme successo.
Da Gideon Sundbäck verso la modernità: la cerniera lampo rivoluziona la moda
La cerniera lampo nota anche come zip venne quindi impiegata in diversi settori. L’azienda manifatturiera americana BFGoodrich Company iniziò a produrre i primi stivali in gomma, gli Zipper Bolt, utilizzando proprio i modelli di Gideon Sundbäck come sistema rapido di chiusura. Nel 1934, riuscì a vendere 60 milioni di pezzi. La notorietà delle galosce fu talmente elevata da rendere il termine zipper (o zip) di uso comune. Ma fu grazie all’italiana Elsa Schiaparelli che la cerniera lampo fece la sua prima apparizione nel settore della moda come accessorio visibile. La stilista, infatti, pensò di non nasconderla nel tessuto ed ebbe una grande intuizione. Nel 1937, la nota rivista di moda “Esquire” descrisse la zip come un’idea sartoriale rivoluzionaria e innovativa, perché evitava imbarazzanti errori e deformità nell’abbigliamento per uomo. Nel 1958, invece, venne proposta la lampo nascosta, utile per rendere i capi aderenti delle donne più lineari e in grado di seguire perfettamente le forme del corpo. Si trattava di una zip rovesciata, il cui cursore non scivolava più sul tessuto ma internamente. Nel 1934 l’azienda giapponese YKK iniziò a realizzare cerniere a marchio, imponendosi per diversi decenni sul mercato come produttore unico. In tempi moderni detiene ancora il monopolio, nonostante la concorrenza sia fitta.
La cerniera lampo ai giorni nostri
La cerniera lampo, nel tempo, ha subito ulteriori modifiche e perfezionamenti. Con l’avvento delle minigonne negli anni Sessanta, fecero la loro comparsa le zip di piccolo spessore, mentre nel 1971 vennero ideate le prime cerniere plastificate, quelle presenti in alcuni zainetti o nei pile. Oggi, la lampo fa parte della nostra quotidianità: la utilizziamo senza neanche accorgercene e ci semplifica tanto la vita. Valida alternativa a lacci e bottoni, viene utilizzata anche come sistema di chiusura per portafogli, custodie per PC e tablet. Visibile o invisibile, la zip è duratura, di qualità e non intacca l’integrità del tessuto, impedendo alla polvere e agli agenti esterni di penetrare all’interno.
Recent Comments